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venerdì 30 maggio 2014

La Musicoterapia

Nel 1996 la World Federation of Music Therapy (Federazione Mondiale di Musicoterapia) ha definito la musicoterapia così: 
"La musicoterapia è l'uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l'apprendimento, la motricità, l'espressione, l'organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell'individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l'integrazione intra- e interpersonale e consequenzialmente possa migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico."
L'uso della musica a scopi terapeutici ha origini antiche, ma il concetto di musicoterapia come disciplina scientifica si sviluppa solo all'inizio del secolo XVIII con il primo trattato di musicoterapia a cura di un medico musicista londinese, Richard Brockiesby. In Italia invece i  primi esperimenti di musicoterapia furono attuati nel Morotrofio di Aversa a partire dal 1843 da parte di Biagio Gioacchino Miraglia.
La musicoterapia si fonda su dei principi e cioè: che il paziente è parte attiva della terapia; la centralità del rapporto di fiducia e l'accettazione incondizionata rispetto al paziente; l’importanza adattare e personalizzare la tecnica volta per volta; la necessità che vi sia uno scambio reciproco di proposte tra paziente e musicoterapeuta; stabilire un legame tra il musicoterapeuta e il paziente grazie al suono.
Il musicoterapeuta viene considerato  un mezzo attraverso il quale un paziente si apre e "tira fuori" le proprie emozioni.
La musica dà alla persona malata la possibilità di esprimere e percepire le proprie emozioni, di mostrare o comunicare i propri sentimenti o stati d'animo attraverso il linguaggio non-verbale.
La musicoterapia può essere utilizzata a vari livelli, quali l'insegnamento, la riabilitazione o la terapia.
Per quanto riguarda la terapia e la riabilitazione, gli ambiti di intervento riguardano la neurologia e la psichiatria.

venerdì 23 maggio 2014

Teatro in carcere

Abbiamo parlato in un post precedente di come il teatro possa essere usato come terapia. Un'esempio è quello del teatro svolto in carcere. 

Tutto ha inizio negli anni '80 quando il teatro in carcere,  già presente in alcuni istituti con esperienze amatoriali,  assume significati, metodologie e obiettivi nuovi che si precisano e si consolidano negli anni. L’accento viene posto sulla pratica teatrale, sull’attività laboratoriale e creativa dei detenuti,sulla funzione terapeutica e pedagogica di quest'ultima, in grado di intervenire sugli aspetti relazionali e la cura di sé. Il teatro diviene uno strumento importante per far conoscere alla società la realtà del carcere, sia tramite rappresentazioni negli istituti aperte al pubblico, sia con spettacoli di compagnie di detenuti in teatri esterni.
Il 5 luglio 1982 rappresenta una data storica per il teatro penitenziario perché per la prima volta sei detenuti - attori si esibiscono al di fuori del carcere. 
Da allora le esperienze di teatro carcere si sono moltiplicate e  l’Amministrazione penitenziaria ha aperto nuovi spazi, sostenuto progetti di sperimentazione e formazione, promosso forme di collaborazione con gli enti locali e culturali.
Le compagnie che oggi lavorano negli istituti penitenziari sono oltre cento.


giovedì 22 maggio 2014

I benefici dell'arte terapia nei bambini

L'arte terapia, se associata  ad un'opportuna psicoterapia,  può aiutare  a curare e rimuovere, la cause del disagio, in quanto l’arte  è una forma di comunicazione non verbale, attraverso la quale si possono identificare stati di disagio sociale, psicologico e familiare di diversa entità.
Per questo traumi profondi o situazioni troppo dolorose vissute dal bambino, riemergono nei disegni, in quanto sono difficili da esprimere con il linguaggio, per difficoltà di accettazione o ricordo. I bambini affetti da traumi molto forti, spesso cadono in uno stato di isolamento psico-affettivo e comunicativo, creando tra loro, ed il mondo esterno, una sorta di barriera emozionale.
Il terapeuta porta alla luce, attraverso l'arte ed il disegno del bambino, forme di sofferenza palesi o latenti.
un esempio ci viene offerto dal disegno sopra riportato, nel quale sono chiare le emozioni che prova il bambino: la serenità e l'ambiente tranquillo e protetto che è la scuola ; ed invece la situazione problematica che vive in quella che si pensa sia la sua casa.